Oggetti da collezionare: dove investire per fare soldi
In alcuni casi è utile far valutare la propria collezione, ai fini di una possibile trattativa di vendita. In altri invece gli oggetti da collezionare diventano una reale prospettiva di investimento, su cui puntare ma ovviamente senza sbagliare. Vediamo dunque quali sono i comparti nei quali conviene spendere e quali scelte di collezionismo invece ad oggi purtroppo non pagano.
Sei tra quelli che spendono o che vendono, in questo periodo? Quali sono i trend del settore, per quanto concerne gli oggetti da collezionare?
Dedicato a tutti gli appassionati di questo hobby, in questo articolo, vediamo quali sono gli ambiti più proficui del mercato del collezionismo in cui investire oggi e quali sono ad oggi gli oggetti più collezionati, in grado di permetterci di fare soldi dalla loro vendita.
Cosa collezionare nel 2021?
In tempi di crisi si sa, c’è chi vende e c’è chi compra. I primi perché necessitano di liquidità immediata e quindi si privano di oggetti di valore come quelli di oro o da collezione. I secondi invece, proprio perché in quel momento hanno capacità di spesa, si avvantaggiano delle “svendite” di tali articoli preziosi e acquistano oggetti da collezionare di lusso, anche e soprattutto ai fini di un investimento per il futuro.
Senza contare che nei tempi della pandemia, molti imprenditori, con tempo libero supplementare, si sono lasciati andare ad acquisti passionali in tal senso mentre molti altri hanno addirittura salvato l’azienda, vendendo un pezzo della loro collezione.
Seminare oggi per raccogliere domani, dunque. Ma cosa collezionare per guadagnare?
Il mercato del collezionismo è in forte crescita, l’importante è intuire cosa collezionare di valore affinché sia possibile ritrovarsi con una piccola rendita per il futuro e guadagnare.
Ecco i comparti più in voga.
Cosa vendere per fare soldi: ecco gli oggetti da collezionare
Orologi da polso, pezzi d’arte, borse ma anche moto e bottiglie di liquore. Ecco quali sono i trend futuri del collezionismo.
Orologi
Basti pensare che
un Rolex Daytona classe 1988, acquistato all’epoca per qualche milione di lire, oggi ha un valore che si aggira intorno ai 150mila euro
Da sempre ostentati come oggetti di lusso, oggi diventano un vero e proprio investimento per il futuro. Al di là delle varie criptovalute, di oro e diamanti o altri beni in grado di aumentare il loro valore nel tempo, in maniera esponenziale, i luxury watches sono la nuova moneta internazionale e rappresentano il mercato degli oggetti da collezionare, che più di tutti sta dando notevoli soddisfazioni ai vari intenditori.
In molti infatti sono alla ricerca –in particolar modo in questo periodo di incertezza economica e grande destabilizzazione- di prodotti su cui puntare per avere un “rifugio” futuro, sia in prospettiva della vecchiaia che come investimento finanziario magari per sostenere l’azienda di famiglia.
Ebbene quello degli orologi di lusso ad oggi rappresenta un vero e proprio investimento “bomba” di nicchia. A quanto pare uno dei più redditizi possibili in questo momento storico, a patto di affidarsi a consulenti esperti, in grado di individuare “il cavallo di razza” e non invece di sperperare denaro in “patacche” alla moda oggi ma destinate all’oblio nell’arco di pochissimo tempo.
A partire dai 5 mila euro.
Arte contemporanea
In questo caso bisogna avere davvero fiuto per gli affari. È ovvio infatti che sapere riconoscere un talento porta inevitabilmente ad acquistare oggi un “pezzo” che diverrà molto quotato in futuro. La tendenza attuale vede in voga, tra questi oggetti da collezionare, la street art e la flip art, che consente nel riprodurre un’opera in massa, proprio per consentire agli investitori di acquistare più copie e poi rivenderle per fare soldi.
Giocattoli
Trarre profitto dai giocattoli? Addirittura -potrebbe pensare una mamma- c’è chi è disposto a pagare fior di quattrini pur di riempire la casa proprio di quei giochi di cui, avendo figli piccoli, non si vede l’ora di sbarazzarsi? Ebbene, l’intuizione è quella giusta, salvo che non si tratta dei comuni giochi di plastica a cui siamo abituati, men che niente dei game sui vari dispositivi digitali oggi imperanti. Il mercato del collezionismo dei giocattoli invece va alla ricerca di preziosi oggetti da collezionare: costruzioni Lego, giocattoli in legno, ma perfino intere (INTERE, senza alcun pezzo mancante) collezioni di soprese Happy Meal del Mc Donald’s.
Moto d’epoca
Considerando i tempi duri che stiamo vivendo, c’è una vera e propria ondata di nostalgici con la voglia di rivivere una seconda (spensierata) giovinezza e che, per questo motivo, sono alla spasmodica ricerca di moto d’epoca di un certo livello. Molto quotate quelle giapponesi. Tra i requisiti fondamentali di questi oggetti da collezionare, ci sono: l’essere popolare e l’avere il maggior numero di pezzi originali.
Borse d’epoca
Città come Parigi ad esempio sono rinomate per il loro mercatino delle pulci, in cui è possibile davvero trovare piccoli tesori. L’importante è arrivarvi preparati a dovere. Non si contano infatti i casi in cui capi d’abbigliamento o borse di valore vengono lasciate lì, pur di racimolare qualche soldo. Ebbene, andando a caccia di questi oggetti da collezionare per pochi spiccioli, è possibile ritrovarsi tra qualche anno con un vero e proprio tesoro da custodire.
Whisky
Il trend ad oggi in maggior ascesa riguarda proprio il whisky. Questo per il semplice motivo che si tratta di un prodotto che non può deperire ma solo migliorare e diventare più raro nel tempo.
Oggetti cinesi
Non sempre godono di una grande reputazione ma in questo caso, collezionare giada oppure porcellana proveniente dalla Cina si rivela senza dubbio un ottimo investimento. Date le criticità economiche del momento infatti, gli investitori cinesi stanno cercando di far rientrate in patria quanti più oggetti possibile di questo genere (per poi non farli più uscire dai confini nazionali). Un vero e proprio gruzzolo su cui poter fare affidamento, dunque.
Tassidermia
Non sai di cosa si tratta? Ebbene non a torto, dal momento che bisogna davvero essere un collezionista incallito per sapere che c’è un mercato (piuttosto proficuo, incredibile a dirsi) anche per questo genere di oggetti da collezionare. Si tratta di animali morti imbalsamati, impagliati o in genere articoli antropomorfi che vengono vestiti con abiti e poi messi in posa.
Stravagante a dir poco, in bilico tra il cattivo gusto e il terrificante.
Oggetti più collezionati
Tra gli oggetti da collezionare che non moriranno mai, troviamo questa selezione.
Monete. Chi ha vissuto il passaggio dalla lira all’euro come noi (circa vent’anni fa), ha sicuramente conservato in casa tutte le diverse monetine a disposizione. Ebbene, se l’idea è quella di vendere la collezione per racimolare un po’ di denaro, sappi che in realtà non hanno valore. Solo le monete fior di conio (quelle mai entrate in circolazione) oppure a fondo specchio (quindi realizzate in esclusiva per le collezioni di numismatica) ne hanno.
Francobolli. Il tempo della lira era anche quello in cui gli sms e le mail non erano ancora così diffusi. Si spedivano le cartoline dai viaggi organizzati in famiglia e si scrivevano le lettere alle amiche di penna. Se dunque hai conservato questi francobolli tra i tuoi oggetti da collezionare, anche in questo caso sappi che non hanno valore. Per riuscire a ottenere qualche migliaio di euro da una collezione da mettere all’asta bisogna risalire come minimo a francobolli del XIX o XX imo secolo. Meglio se con colla intatta, fior di stampa e non obliterati.
Vinili. L’interesse sui vinili è un trend in ascesa attualmente, dal momento che i supporti digitali a disposizione oggi non riescono comunque a riprodurre quel suono autentico dei brani del passato. Inoltre nel caso del vinile, la rarità batte l’anzianità. Un vinile degli anni Cinquanta ad esempio può non avere valore, nel momento in cui se ne trovano molte copie in giro mentre, se si tratta di una tiratura all’epoca limitata, anche un vinile degli anni Novanta può diventare un piccolo tesoro da collezione.
Fumetti. Si tratta di una di quelle cose da collezione che affascina tantissime persone da anni e il trend resta sempre costante. Decisamente si tratta di uno dei settori del collezionismo più in espansione e si concentra in particolare sulla rarità del pezzo da reperire. Tuttavia in alcuni casi ci sono eccezioni, come per il primo numero di Topolino: nonostante le copie siano tante, la richiesta di averlo è così elevata da far lievitare il prezzo. È ovvio che anche la data di pubblicazione ha la sua importanza: hanno certamente valore i fumetti prodotti tra gli anni Trenta e i Cinquanta. Ma accaparrarsi la prima edizione non è l’unico obiettivo dei collezionisti (la prima di Tintin in Russia è andata all’asta per circa 50 mila euro). Incredibile ma vero, vanno a ruba, tra questi oggetti da collezionare, anche quelle stampate con errori, sempre molto ricercate da parte dei collezionisti e quindi con stime da urlo.
Rolex Topolino: il mistero dell’orologio dedicato a Walt Disney
Ciao a tutti! Oggi vogliamo districare una matassa molto ingarbugliata che ha visto nel tempo diverse contestazioni sulla reale esistenza o meno di un particolare modello Rolex. Il modello di cui stiamo per parlare è il Rolex Topolino, un orologio che ha spaccato in due le opinioni di molti appassionati di orologi che si sono chiesti o meno l’esistenza reale del Rolex Mickey Mouse.
Rolex Topolino: la nascita dell’orologio
Iniziamo con il dire, che quest’orologio con quadrante topolino è considerato da molti un falso, quindi non un vero Rolex, questa convinzione deriva principalmente dal fatto che non sembra una scelta estetica possibile da parte dell’azienda svizzera.
Anche se per molto tempi, è ancora oggi molti asseriscono che questi modelli siano falsi, in realtà esistono davvero degli orologi Rolex Topolino che fanno parte della storia dell’azienda.
Iniziamo dal principio, prima di Rolex l’azienda che decise di portare sul quadrante il simpatico topolino creato da Walt Disney fu la Ingersoll Waterbury Clock Co. del Connecticut, questo avvenne nel 1933.
In questi anni, il modello Ingersoll Topolino costava 3,25 dollari, con un abbassamento del prezzo a 2,95 dollari nell’anno successivo, per permettere l’acquisto a un pubblico di consumatori più vasto.
Il design dell’orologio, con l’icona dell’intrattenimento dell’epoca, portò alla vendita del modello Ingersoll Topolino in tutto il mondo. Le laute vendite all’epoca salvarono l’azienda dalla banca rotta. Il modello originale Topolino della Ingersoll aveva una lunetta tonda, con un disco su cui erano presenti tre piccole figure di Topolino posizionate ad ore sei. L’orologio infine utilizzava le braccia dell’immagine di Topolino come indicatore delle ore e dei minuti.
Una curiosità interessante di questo modello, è anche la citazione di Dan Brown all’Ingersoll topolino in uno dei suoi libri. Infatti, il personaggio di Robert Langdon indossa un orologio topolino, ricordo d’infanzia e regalo dei genitori.
Adesso, che vi abbiamo spiegato l’origine ben lontana da Rolex, dell’orologio Topolino, vogliamo dirvi perché ne abbiamo parlato. E bene, è vero che, la Ingersoll fu la prima azienda produttrice del modello topolino, ma in molti sono convinti che Rolex abbia creato un modello simile, sia in onore dell’azienda che naturalmente in onore del grande Walt Disney.
Rolex Topolino: esiste? La passione Rolex di Walt Disney
Walt Disney, inventore di Mickey Mouse e delle sue avventure, è stato sempre un grandissimo estimatore del marchio Rolex. Non è difficile trovare infatti, diverse foto che lo rappresentano con un Rolex in oro giallo al polso (nella foto in basso lo vediamo indossare un Rolex Datejust in oro giallo).
Tutti amano i Rolex, penserete, questo non vuol dire che l’azienda abbia creato realmente un orologio solo perché Walt Disney amava indossare i loro modelli?
In realtà è proprio così, l’azienda negli anni ’60 decise di creare, con una linea “fuori mercato”, quindi non in vendita, ma realizzata esclusivamente per Walt Disney da dare in regalo ad alcuni personaggi famosi in contatto con lui. Al momento non sappiamo quanti pezzi esistono realmente di questi modelli originali, ma molti antiquari e orologiai hanno successivamente creato dei Rolex Topolino originali nella struttura ma con un quadrante modificato appositamente per ricreare quest’orologio che nelle sua versione totalmente originale è estremamente raro.
Il Rolex Topolino, creato dall’azienda per Walt Disney e mai messo in commercio è stato realizzato negli anni ’60, Topolino è semplicemente stampato sul quadrante, quindi non sono le sue braccia a segnare ore e minuti come nel modello della Ingersol, ma sono gli indici e le lancette di serie dell’azienda a segnare l’ora sul quadrante.
Rolex 6694
I modelli originali del Rolex Topolino sono stati realizzati su un Rolex Oyster Date con referenza 6694, con datario a ore tre e lente Cyclope, cassa in acciaio da 36 mm. Questi modelli erano realizzati per Walt Disney ed erano stati creati per essere indossati esclusivamente dagli uomini. I veri Rolex Mickey Mouse con quadrante originale Rolex sono molto rari, e intorno a loro aleggia ancora una sorte di mistero sull’esistenza.
I modelli che trovate semplicemente in vendita su siti d’aste e da alcuni antiquari non sono totalmente falsi, come già detto la loro struttura e il movimento, il bracciale e le lancette sono Rolex, l’unica parte aggiunta e appunto il quadrante con topolino. Per un orologio del genere solitamente il prezzo si aggira dai 2000 euro in su.
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Allora concludiamo dicendo che secondo fonti accreditate statunitensi, il Rolex Topolino esiste, ma questo è raro ed è stato realizzato in pochissimi esemplari.
Con le truffe sulla benzina collezionava Ferrari e Vespe d’epoca, preso l’Emiro del Vesuvio
Un parcheggio interrato di tre piani zeppo di Ferrari, Porsche, Vespe d’epoca, pure una Topolino degli anni ‘50. Oltre ad altri beni di lusso, tra cui una decina di orologi Rolex. Eccolo qui, il tesoro dell’“Emiro vesuviano”, tutto intestato a vari prestanome e sequestrato dalla Guardia di Finanza: tutto acquistato evadendo l’Iva sulla vendita di carburanti, con false fatturazioni e società cartiere che gli permettevano di tagliare i costi e rivendere a prezzi così bassi da sbaragliare la concorrenza: in quattro anni il volume di affari si è quasi triplicato, passando da 56 a 139 milioni di euro.
Al centro dell’operazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, coordinato dalla Procura della Repubblica di Nola, la figura di Giuseppe Paparo, imprenditore di San Giorgio a Cremano (Napoli), finito ieri agli arresti domiciliari contestualmente al sequestro dei beni che, seppur intestati a prestanomi vari, le fiamme gialle hanno appurato essere tutti nelle sue disponibilità. Negli ultimi anni avrebbe dichiarato costi inesistenti per 44 milioni di euro ed evaso 10 milioni di euro di imposte.
La truffa con le società cartiera
Secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, la truffa si basava su società cartiere, che acquistavano il carburante dai grossi fornitori, anche dalle multinazionali, nel circuito agevolato che permette di non pagare l’Iva in caso di commercializzazione all’estero. Il prodotto però veniva venduto alla Pa.Gi. Carburanti srl, di proprietà di Paparo, che lo acquistava aggirando l’Iva e a un prezzo non solo inferiore a quello praticato verso tutti i concorrenti, ma talvolta anche più basso del platts, ovvero la quotazione della benzina sul mercato internazionale.
Il carburante a questo punto veniva rivenduto ancora una volta, ad altre società sempre riconducibili all’imprenditore: una lo vendeva ai vari clienti (grossi depositi e società di trasporto, ma anche pompe di benzina, nazionali e campani), l’altra, come ulteriore passaggio, a una società cartiera che successivamente lo smistava.
In questo modo la società aveva guadagnato una posizione predominante sul mercato, quasi di monopolio, accaparrandosi una grossa fetta del mercato regionale e di quello nazionale e tagliando fuori dal commercio chi, al contrario, era costretto a praticare prezzi più alti dovendo considerare anche l’Iva.
Sequestro da 10 milioni di euro: Ferrari e Vespe d’epoca
Tra i beni sequestrati ci sono numerosi veicoli di lusso. Nei box riconducibili a Paparo c’erano 4 Ferrari (FL31 decappottabile del 2007, FL16 del 1998, FL52 coupè del 2015 e FL100 del 1987), 2 Porsche (997 Turbo del 2009 e 982 CB12 del 2017), una Mercedes Classe A del 2019, un’Audi Q8 del 2020, una Fiat 500 Topolino del 1954, una Triumph Spitfire del 1997, una Peugeot 208 del 2016, una Mercedes Classe E del 2012 e 70 motocicli d’epoca (31 Lambretta e 39 tra Vespa e altri ciclomotori).