“Chi ha rubato il Rolex rosa di Marco Pantani?”
“Marco Velo – ricorda Tonina – mi disse che un suo amico lo voleva comprare e gli hanno detto che era di Marco. Però, quando ho chiesto a Velo chi lo mettesse in vendita, mi ha risposto che non lo sapeva o, forse, non ha voluto dirmelo…”.
Rolex 24 At Daytona trivia: Test your knowledge about the world’s foremost endurance race
Staff Report
With the 59th running of the Rolex 24 At Daytona racing toward us Jan. 30-31 at Daytona International Speedway, it’s time to test your knowledge of the event.
Here are some questions. Memorize the answers, so you can amaze your friends:
In what year did 1998 Daytona 500 champion Dale Earnhardt make his only Rolex 24 start?
Answer: 2001
Which manufacturer holds the most event victories?
Answer: Porsche, 22 (first in 1968; most recent in 2010)
Which year did Ferrari take a 1-2-3 finish?
Answer: In the 1967 Rolex 24
How many classes of cars will compete in the 2021 Rolex 24?
Answer: 5 (it’s a trick question, since a new class has been added by IMSA this season.)
What’s the record for most laps in a Rolex 24?
Answer: 833 laps; set in 2020 by the No. 10 Cadillac DPi of Wayne Taylor Racing. The 833 laps equal 2,965.48 miles, which would take you on a drive from Daytona Beach to Los Angeles, then north up to San Francisco, ending roughly in Santa Rosa, California. Wine country!
What are the car classes?
(Bonus points for knowing what the abbreviations mean.)
Answer: DPi (Daytona Prototype International); LMP2 (Le Mans Prototype 2); LMP3 (the new class, Le Mans Prototype 3); GTLM (GT Le Mans); GTD (GT Daytona).
Which 4 drivers have won the Rolex 24 At Daytona and the Daytona 500?
Answer: A.J. Foyt, Mario Andretti, Jeff Gordon and Jamie McMurray
What was the first year the race actually lasted 24 hours?
Answer: 1966
Which Oscar-winning actor was part of the four-man team that won the GTS-1-class in 1995?
Answer: Paul Newman
What car did Hurley Haywood and Peter Gregg drive to victory in the 1975 Rolex 24?
Answer: No. 59 Brumos Porsche
How many years were there between Hurley Haywood’s first and last victories?
Answer: 18 (1973 to 1991)
SOURCES: News-Journal research.
Napoli, ai Quartieri spunta l’altarino in memoria del rapinatore di Rolex
L’ennesimo altarino nel santuario della camorra, in quella Napoli che prima uccide e poi omaggia le sue vittime. A pochi vicoli di distanza dal murale che ricorda ai Quartieri Spagnoli Ugo Russo, il 15enne ammazzato mentre rapinava un carabiniere, c’è pure l’altarino che commemora Genny Verrano. Una cappella votiva, tenuta in ottimo stato in via Mancini Oliva (detto anche “vico Salato”), con all’interno pure un astuccio con la scritta “Rolex” perché il morto ucciso, un tempo, era appassionato di orologi che rubava e rivendeva. Un altro altarino su pubblica via in quel dedalo di vicoli dove lo Stato ha difficoltà a far sentire la propria presenza e dove la misericordia cristiana - in un distorto credo popolare - quasi diventa un lasciapassare per omaggiare tutto e tutti, come se davvero la morte riuscisse a cancellare insieme alla vita ogni peccato e ogni malefatta. Pure un diavolo, qui, potrebbe essere omaggiato come un santo per il solo fatto di essere morto crivellato dai proiettili, quasi che gli spari fossero ora riti salvifici per chi ne diventa bersaglio.
Una madonna, una rosa azzurra, un mazzo di rose bianche, un cuore con la scritta «Ti amo» e poi l’astuccio di un Rolex. È l’altarino di Gennaro Verrano. Il suo omicidio, avvenuto il 18 novembre 2017, fece scalpore anche perché ripreso in un cruento filmato dalle telecamere di sorveglianza dal quale si vedeva tutta la sequenza che portò Verrano ad essere ucciso nella sparatoria. L’uomo, 38enne dei Quartieri, era su uno scooter con sua moglie, a quel tempo incinta di sei mesi. Fu raggiunto dal suo killer e ucciso tra bimbi e passanti in pieno giorno. L’omicida, un 23enne di una famiglia rivale, Francesco Valentinelli. Un astio antico tra le due famiglie al quale contribuivano pure le donne al fine di avere il predominio sui traffici illeciti della zona.
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Se Genny Verrano era ricercato persino dall’Europol per furti e rapine di rolex all’estero, suo figlio 20enne, Francesco, sconta una condanna a 18 anni per omicidio. «Checcolecco» - questo il soprannome del figlio di Verrano - è ritenuto legato al clan della «Paranza dei bambini» che mise in piedi il baby-boss Emanuele Sibillo tra Forcella e i Quartieri Spagnoli. Una storia familiare di crimini che pure - come accade tristemente in tante altre zone del centro storico - valgono comunque un altarino che nessuno ha il coraggio di rimuovere. É così che i morti ammazzati finiscono con il diventare arredo urbano tra le mille cappelle votive. Chi ci passa distrattamente può credere che quegli altarini siano pressoché identici ai tanti altri che da 500 anni affollano i Quartieri Spagnoli per omaggiare cristi e madonne, invece basterebbe soffermarsi pochi secondi per capire che si tratta di personaggi che con la santità hanno ben poco a che fare. Sono l’esempio per immagini che una parte di Napoli vuole offrire ai bimbi quando si incamminano per andare a scuola o quando giocano a pallone nei vicoli. Tutto sembra concesso e quell’altarino di Verrano - pur occupando uno spazio pubblico - resta lì da tre anni indisturbato ad omaggiare un rapina-rolex. Non sorprende al punto che spuntano spesso nuovi altarini e murales, come quello per il 15enne Ugo Russo. Dimenticando, oltre al tentativo di rapina dell’adolescente, pure il successivo assalto all’ospedale Pellegrini in cui amici del giovane Ugo devastarono il pronto soccorso o il raid a sparare proiettili contro la caserma Pastrengo dei carabinieri in segno di sfida. Lo Stato in silenzio e i criminali santificati.
Ieri, del resto, nei vicoli dei Quartieri Spagnoli è spuntato pure un manifesto mortuario in ricordo di Ciro Caiafa, il papà del 17enne Luigi, ucciso un mese fa a Forcella in un agguato camorristico. «Nel trigesimo della scomparsa», c’è scritto sul manifesto. Linguaggi in codice a marcare la propria presenza ed intrecciare nuovi sodalizi o nuove guerre tra i clan di Forcella e quelli dei Quartieri Spagnoli in quella mistura che sono diventate le famiglie camorristiche che, dopo vecchi re, ne cercano sempre di nuovi. Un tentativo di marcare il territorio. «Bisogna scegliere - disse pochi giorni fa il procuratore generale Luigi Riello durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario - se stare con lo Stato o contro». Qui la scelta non sembra sia stata ancora presa.
Ultimo aggiornamento: 18:08
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