La première vie cachée et secrète du parfum Chanel N°5

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Le célèbre parfum Chanel N°5 fête ses 100 ans cette année, mais il est en réalité bien plus âgé qu’on ne peut le penser. “Bouquet de Catherine”, c’est le nom qu’il a porté pendant presque 10 ans avant d’être adopté par Chanel en 1921.

Dans Minute Papillon !, Sidonie Bonnec s’intéresse à l’histoire du célèbre parfum Chanel N°5 inventé en 1921. Il fête ses 100 ans cette année, mais quelques rares informés sauront qu’un secret tourne autour de ce produit iconique : il a eu une première vie discrète, après sa création en 1913 à Moscou. La journaliste et auteure Marie-Dominique Lelièvre est invitée dans l’émission, elle lève le voile sur les secrets du plus célèbre des flacons en racontant sa véritable histoire.

Un parfum inventé en 1913 à Moscou

Le parfum Chanel N°5, ou plutôt sa recette originale, la fragrance, a été créé en 1913 à Moscou par la maison Rallet. Cette entreprise fournissait la famille impériale russe à l’époque, ce qui peut expliquer le côté extrêmement luxueux du produit. C’est Ernest Beaux qui en a inventé l’essence, un Français né à Moscou.

“Bouquet de Catherine”, la première vie du Chanel N°5

Lorsqu’il est commercialisé depuis Moscou après 1913, le parfum s’appelle “Bouquet de Catherine”. C’est un échec commercial : le produit n’a aucun succès. Après la Révolution russe, l’entreprise de parfumerie Rallet revient s’installer en France, plus précisément à Grasse. Le réussite n’est toujours pas au rendez-vous, le flacon change de nom pour “Rallet N°1”, toujours sans succès.

Selon Marie-Dominique Lelièvre, Ernest Beaux avait surdosé le N°5 en aldéhyde qui permet d’enlever le gras des extraits de molécules naturelles mais apporte “un côté savon, un côté un peu lessive qui peut déplaire”.

C’était un parfum particulier, parce qu’il y avait un fort dosage de l’aldéhyde qui lui donne une qualité particulière et qui le rendait probablement pas très grand public à l’époque.

Un cadeau pour les clientes de Coco Chanel

Quand Coco Chanel adopte le parfum d’Ernest Beaux en 1920, elle pense d’abord l’utiliser comme un cadeau de Noël pour ses clientes. Elle ne le destinait pas à la vente et encore moins au grand public.

Gabrielle Chasnel cherchait tout d’abord “un parfum qui sente le propre” : c’était le cas du N°5. Marie-Dominique Lelièvre explique : “Les parfums qu’elle avait sentis, quand elle était une jeune femme qui débutait dans la vie, c’était souvent les parfums des demi-mondaines qui étaient des parfums monofloraux très puissants et très gras.”

Retrouvez l’intégralité de l’émission Minute Papillon ! du jeudi 18 mars 2021 ici pour découvrir tous les secrets du célèbre flacon, en compagnie de Sidonie Bonnec et de la spécialiste Marie-Dominique Lelièvre, journaliste et auteure du livre “Le N°5 de Chanel. Biographie non autorisée” chez Stock.

Chanel N°5 compie cento anni: storia di un profumo senza tempo

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Chanel N°5 compie cento anni : era il 5 maggio 1921 quando la prima fragranza della Maison fondata da Madame Coco venne presentata a una ristretta cerchia di persone, nella boutique storica di Rue Cambon 31. Per festeggiare questo importante compleanno, la maison ha svelato già ora un primo video teaser che riassume, in pochi minuti, la storia della fragranza, ultimo capitolo della serie Inside Chanel. Senza tempo, rivoluzionario, iconico, Chanel N°5 è uno dei profumi più conosciuti e amati del mondo: si stima che ne siano stati venduti 80 milioni di flaconi.

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La nascita di Chanel N°5

Le ragioni di tanta fortuna sono diverse, a partire dalle origini: Chanel N°5 è stato il primo profumo creato da un donna per le donne, e soprattutto è stato rivoluzionario per i tempi in cui è nato. All’inizio del Novecento, infatti, erano le mono fragranze ad andare per la maggiore, Gabrielle Chanel, invece, sognava un profumo elaborato, che non somigliasse a nient’altro e che non avesse «nessun olezzo di rose o mughetto».

Così disse al chimico franco russo Ernest Beaux, conosciuto grazie al suo amante, Dimitri Pavlovic Romanov; Beaux, che come il padre prima di lui aveva lavorato con la Rallet&Co. di Mosca, azienda profumiera che serviva i Romanov, utilizzò sì la tanto temuta rosa, ma anche gelsomino, vaniglia, muschio, ylang-ylang e altre essenze, per un totale di circa 80 elementi.

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Il sogno di Madame Coco: «Un profumo di donna, non di fiori»

Furono le aldeidi a fare la differenza, tanto che la classificazione corretta del profumo è floreale aldeidico. Si tratta di composti artificiali di utilizzo non comune nella profumeria dell’epoca, ecco perché Chanel N°5 rappresentò una vera e propria rivoluzione.

Prima di questa fragranza, solo altre tre le contenevano: Reve d’Or e Floramye, nati entrambi nel 1905, e Quelque Fleurs, creato da Robert Bienaimé nel 1912 e diventato famoso anche perché fu indossato da Lady Diana il giorno delle nozze con il principe Carlo. Beaux ideò le aldeidi C10, C11 e C12, con lo scopo di smorzare l’effetto floreale di rosa e gelsomino. Madame Coco era stata chiara: voleva «un profumo che sapesse di donna e non di fiori, perché le donne non vogliono profumare come un letto di rose», come avrebbe recitato un claim pubblicitario nel 1955.

Un numero magico, scritto nel destino

Semplice e innovativo anche il nome scelto per la fragranza, ma di certo non casuale: Gabrielle Chanel selezionò la quinta essenza sulle dieci proposte da Beaux (erano numerate da uno a cinque e da venti a ventiquattro) ma il nome si lega pure a maggio, il quinto mese dell’anno. Celebre la frase: «Lancio la mia collezione di abiti il 5 maggio, quinto mese dell’anno, lasciamogli il numero che porta, questo numero 5 gli porterà fortuna».

Il misticismo di Coco Chanel

Il numero cinque, in realtà, per Chanel era una specie di talismano: appassionata di numerologia, gli attribuiva un valore mistico, molto radicato nella sua vita fin dall’infanzia. Era cresciuta in un orfanotrofio, ad Aubazine, e la chiesa locale era tappezzata di simboli e numeri: il cinque si ripeteva spesso e ciò ha sempre avuto un potere stregante su di lei, così come tanti altri numeri legati ad altre fragranze, il 18, ad esempio, oppure il 22.

Il gioco delle corrispondenze potrebbe protrarsi all’infinito: Chanel era del Leone, quinto segno dello Zodiaco, e pare che una chiromante le avesse detto che quel numero le avrebbe portato fortuna.

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Il successo di Chanel N°5

Così fu. Il successo fu immediato nonostante nei primi anni della storia del suo profumo Madame Coco non avesse previsto nessun tipo di pubblicità: furono il passaparola e la sua scia persistente a trasformarlo in un vero e proprio oggetto del desiderio per le donne dell’epoca. Misia Sert, un’amica di Mademoiselle disse: «Avere un flacone è come avere un biglietto vincente della lotteria».

Le francesi erano affascinate dalla durabilità, impossibile da trovare nelle mono fragranze non sostenute dalla chimica, e dall’allure seducente: i fiori erano romantici e convenzionali, muschio e gelsomino provocanti e disdicevoli, quello che serviva per farsi notare. Nel 1986 è stato reinterpretato da Jacques Polge, che ha dato vita a una composizione più piena e contemporanea, senza tuttavia stravolgere la combinazione fortunata delle origini.

Un flacone insolito e iconico

Rivoluzionario quanto il contenuto è il flacone. Chanel lo volle essenziale e dalle linee pulite, invisibile. Una bottiglia trasparente che strizzava l’occhio al nascente Modernismo, rimasta sostanzialmente invariata nel corso del tempo, fatta eccezione per il tappo, modificato più volte nelle dimensioni e nella forma, fino a quella attuale, riproduzione in miniatura di Place Vendôme vista dall’alto.

Un oggetto riconoscibilissimo, esposto al MoMA di New York fin dal 1954 e talmente iconico che Andy Warhol dedicò al profumo una serie di serigrafie dal titolo Ads: Chanel.

Chanel N°5 e Marilyn Monroe, testimonial per caso

Fu Coco Chanel la prima testimonial della fragranza: su Harper’s Bazaar, nel 1938, immortalata dal fotografo di origini ungheresi François Kollar, e poi tantissime altre famose. Da Marilyn Monroe, che pur non essendo mai stata ufficialmente un’ambassador della Maison, il 24 marzo 1955, giorno della prima de La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams, venne fotografata nella sua stanza d’hotel con un flacone della celebre fragranza tra le mani (solo poco tempo prima, a un giornalista che le aveva chiesto cosa indossasse per andare al letto aveva risposto: «Due gocce di Chanel N°5») all’attrice e modella Suzy Parker, che nel 1958 incarnava perfettamente l’ideale della Maison: il claim era: «Ogni donna viva ama Chanel N°5».

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Catherine Deneuve e Carole Bouquet, interpreti indimenticabili

Nei primi anni Settanta sarebbe stata la volta di Catherine Deneuve, bellissimo il ritratto dell’attrice francese realizzato da Richard Avedon, e poi, negli Ottanta, di Carole Bouquet, protagonista anche di uno spot televisivo realizzato da Ridley Scott.

Nicole Kidman e Gisele Bündchen, volti contemporanei di Chanel N°5

Altra bellissima testimonial, Nicole Kidman, volto Chanel nel 2005. Autore degli spot televisivi, Baz Luhrmann, che aveva diretto l’attrice anche in Moulin Rouge, stessa direzione per lo spot con Gisele Bündchen.

Ma è con Brad Pitt, nel 2012, che l’iconica fragranza segna un’altra rivoluzione: per la prima volta il testimonial di un profumo femminile è un uomo: «Ovunque vada ci sei tu, inevitabile», diceva Pitt. E forse lo è davvero, inevitabile. Nessuno come Chanel N°5.

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Marion Cotillard Dances On The Moon In New CHANEL No5 Ad

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Go behind the scenes as the iconic French actor and new brand ambassador is whisked onto the moon in the cinematic new ad.

At a time when travel feels like a relic of the past, one brand is bringing a dose of much-needed escapism in the bucketloads. Ushering in the next chapter of arguably the most legendary and canonical perfumes in the world, CHANEL have enlisted the help of iconic French actor and the brand’s new global ambassador, Marion Cotillard to transport us to otherworldly realms for the latest CHANEL No. 5 ad.

In the sweeping, cinematic visuals, Cotillard is walking on a snow-covered Parisian bridge when she is propelled by her imagination onto the moon, before embarking in a mischievous and seductive dance routine with her lover, giddy spins and all. When she switches back to reality, she turns around and discovers the very same man at her side. Fate, some would call it.