Gucci: cercasi comparse a Milano per il nuovo film di Ridley Scott con Lady Gaga
Una grossa produzione hollywoodiana sta per arrivare a Milano: quella di Gucci, il nuovo film di Ridley Scott, incentrato sull’omicidio dello stilista Maurizio Gucci. Il film vedrà alcuni tra gli attori più talentuosi del nostro tempo, tra cui: Lady Gaga, Adam Driver, Jared Leto, Al Pacino, Robert De Niro e Jeremy Irons.
Le riprese si svolgeranno a marzo tra Milano, Firenze e Roma, e da oggi – venerdì 12 febbraio 2021 – è aperto il casting per le comparse disponibili per poter girare ESCLUSIVAMENTE a Milano.
Potete compilare il modulo di partecipazione, cliccando QUI.
La produzione sta cercando persone (uomini e donne) dai 18 ai 79 anni, che abbiano un look sobrio e possibilmente il più vicino possibile a quello degli anni ’70/’80, in cui la storia è ambientata. Non saranno presi in considerazione tutti quelli con taglio di capelli strano, colpi di sole, colorati ecc… sono richiesti figuranti di diverse etnie: asiatici, neri, sudamericani, indiani, mediorientali.
Chi è Maurizio Gucci
Figlio di Rodolfo Gucci e dell’attrice Sandra Ravel, nipote di Guccio Gucci, dopo essersi laureato in giurisprudenza ha lavorato per l’azienda di famiglia, la Gucci. Dopo la morte di suo padre nel 1983, ha assunto la direzione della società. Nonostante si sia rivelato un presidente poco capace, durante i suoi anni arrivano due persone chiave per il futuro della Gucci: Dawn Mello, assunta nel 1989 come editore e designer prêt-à-porter e poi Tom Ford nel 1990.
Nel 1973 sposa Patrizia Reggiani, dalla quale avrà due figlie, Alessandra e Allegra. Il 22 maggio 1985, dopo 12 anni di matrimonio, Maurizio lascia Patrizia per una donna più giovane, Paola Franchi, dicendole che stava partendo per un breve viaggio d’affari e non facendo più ritorno. Nel 1991, Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci hanno ufficialmente divorziato.
Maurizio Gucci è morto in una sparatoria, per la quale l’ex moglie Patrizia è stata accusata di essere la mandante. Sempre la donna, è stata poi condannata a 26 anni di carcere.
“Gucci”, il film di Ridley Scott con Al Pacino e Lady Gaga, sarà girato anche a Gressoney?
Nel silenzio delle montagne valdostane, fra tanta neve e pochi turistici, non passeranno inosservate le riprese di un film, a inizio marzo, soprattutto perché le aspettative intorno al progetto sono altissime, visto il suo cast stellare. Le bocche sono al momento cucite, anche perché come avviene in questi casi i contratti prevedono accordi di riservatezza strettissimi. Ma le voci, si sa, soprattutto in piccoli paesi di poche centinaia di abitanti sono in grado di infrangere qualsiasi promessa fatta. Proprio queste raccontano dell’arrivo nella Valle del Lys, e precisamente nelle due Gressoney, della produzione del film ispirato alla storia della famiglia Gucci diretto dal regista americano Ridley Scott.
Il cast di “Gucci”
Basato sul libro “The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour, and Greed” di Sara Gay Forden, l’adattamento potrà contare su alcune grandi star di Hollywood come Al Pacino, Jeremy Irons (subentrato a Robert De Niro), Jared Leto e Adam Driver, alle quali si affiancherà anche la cantante Lady Gaga, pseudonimo di Stefani Joanne Angelina Germanotta, nei panni di Patrizia Reggiani, l’ex moglie di Gucci, condannata come mandante per l’omicidio del marito nel 1995.
Il film verrà girato tra Milano, Como e Firenze, ma sembra che una o più scene si svolgeranno in Valle d’Aosta. Nessuna conferma ufficiale, al momento, ma gli indizi che portano in questa direzione sono diversi.
Le riprese in Italia
A cominciare dal casting delle scorse settimane. “Per un lungometraggio di produzione internazionale, le cui riprese sono programmate a Gressoney ad inizio marzo 2021” si cercavano le seguenti figure: maestri di sci, bambini/e, uomini e donne fra i 20 e i 70 anni per scene di sci e sulla neve. La produzione cercava inoltre attrezzature sciistiche d’epoca risalenti agli anni ’70/’80, periodo nel quale si svolgono le vicende più salienti della famiglia Gucci. Vestiti anni ’70/’80 erano richiesti, infatti, anche nei casting di Milano e Como, nei quali si spiegava che le riprese sarebbero avvenute fra il 10 e il 19 marzo. In Valle d’Aosta sembra invece che i ciak siano in programma intorno al 6 di marzo.
Altri elementi riguardano le location affittate – una prestigiosa villa di inizio Novecento – e le richieste della produzione. In particolare oltre alla pista da sci di Weissmatten che è stata battuta per l’occasione, ci sarebbe la ricreazione di una fantomatica frontiera con la Svizzera (la famiglia Gucci è proprietaria di diverse case a St Moritz). Oltre ad un albergo sembra inoltre che la produzione abbia affittato due ville, di cui una con piscina, per ospitare il cast e uno chalet sulle piste per tenere al caldo gli attori durante le riprese. Ma non è detto che gli attori dormiranno a Gressoney, potrebbero arrivare qui infatti con l’elicottero solo per girare le scene.
Sicuramente c’è grande attenzione da parte della produzione, Panorama Film srl, per tenere top secret le riprese onde evitare assembramenti (alle comparse sono state fornite poche informazioni), visti i nomi di richiamo che potrebbero arrivare ai piedi del Monte Rosa.
In una stagione invernale deserta, le riprese del film Gucci potrebbero rappresentare una piccola luce in fondo al tunnel, anche solo per il ritorno di immagine atteso.
Gucci: la nuova collezione in un film a episodi all’interno del GucciFest
La nuova collezione Gucci è stata presentata online all’interno di una speciale rassegna e attraverso una serie di sette episodi diretti da Alessandra Michele e Gus Van Sant.
OUVERTURE of Something that Never Ended è l’ultima collezione di Gucci, presentata online tramite il film festival Guccifest che si è svolto dal 16 al 22 novembre online e ora disponibile su YouTube e sul sito guccifest.com.
A maggio Alessandro Michele aveva annunciato che Gucci si sarebbe separato dalla febbrile tabella di marcia del calendario della moda per poter presentare le proprie collezioni più liberamente e creativamente.
Da qui l’intuizione di presentare la collezione in maniera assolutamente inedita: attraverso l’omonima mini-serie che segue la surreale vita romana dell’attrice, artista, danzatrice e performer Silvia Calderoni.
Questa mini-serie, co-diretta dal regista Gus Van Sant (suoi sono “Will Hunting - Genio Ribelle”, “Elephant”, “Last Days”, solo per citare qualche titolo) e il Direttore Creativo della maison, Alessandro Michele, è un caleidoscopio di emozioni, pensieri e arte in cui i valori alla base della visione Gucci ci accompagnano in ogni minuto di narrazione e i vestiti diventano un filo conduttore.
Ecco i cinque temi portanti in OUVERTURE of Something that Never Ended e nel GucciFest.
- La collezione
Gli abiti di questa collezione non sfilano semplicemente ma prendono vita attraverso i sette episodi, li vediamo “in azione” nel mondo che Michele ha creato per Gucci, quasi interagire con i personaggi. L’atmosfera di OUVERTURE of Something that Never Ended è ben chiara sin dal primo episodio, “At Home”: nelle prime sequenze si vede Silvia che si sveglia lentamente indossando un jumpsuit di pizzo abbinato con lingerie monogrammata. Mentre la macchina da presa la segue mentre va in bagno e fa yoga, notiamo vestiti, borse e scarpe sparse per la casa che danno una sensazione di familiarità – dopotutto chi non ha vestiti sparsi per casa?
Photo by Paige Powell - Courtesy Gucci
Veniamo subito immersi nella visione Gucci ed è come se una delle tante foto pubblicitarie degli ultimi anni prendesse vita. È un qualcosa di inaspettato ma allo stesso tempo che già conosciamo che ci fa sentire a casa. Così seguiamo lo sguardo di Silvia mentre osserva le persone che passano per strada dal suo balcone e notiamo una ragazza indossare la rivisitazione di un look comparso nella primissima collezione creata da Michele per Gucci, la FW15. La stessa collezione di cui fa parte l’abito a fiori che la protagonista lascia volare dal suo balcone.
Photo by Paige Powell - Courtesy Gucci
Da questo episodio sappiamo già cosa aspettarci per i prossimi: oversized T-shirts con scritte, tuniche e stampe color pastello, abiti stile anni ’70, vestiti di georgette ricamati di paillette e la nuova tote Gucci con i manici di bambù.
Vediamo una palette coloratissima e variegata ma sempre sobria, layering di felpe con cappuccio sotto a tuniche abbinate alle nuove sneakers fluorescenti Gucci Basket, e infinite declinazioni di giacche e pantaloni, come il completo verde a tre pezzi con pantaloni larghi visto nel quinto episodio, “The Neighbours”.
Photo by Gus Van Sant - Courtesy Gucci
Dal quinto episodio iniziano a comparire più frequentemente anche abiti da sera creati utilizzando seta ma anche moltissime paillettes come si vede nel sesto episodio, “At The Vintage Shop” (compare in cui una ragazza entra nel camerino per provare un lungo abito da sera nero con dettaglio a forma di cuore e guanti lunghi sempre in paillettes con ruches di tulle.
È una visione chiara quella della nuova collezione di Michele che ha dentro di sé tutto l’essere Gucci.
Photo by Gus Van Sant - Courtesy Gucci
2.L’identità di genere
Il mondo Gucci non si sofferma solo sull’estetica dei vestiti, va oltre esplorando questioni come l’identità di genere che è discussa in “At Home” da Paul B. Preciado. Preciado va nei dettagli della questione parlando di come il genere sia il frutto di una società patriarcale e che in realtà non esiste. Quest’idea è alla base dell’estetica del marchio ed è sottolineato da Hari Nef e Natasha Lyonne durante la live Instagram in cui hanno commentato il primo episodio di OUVERTURE. Alessandro Michele non crea vestiti genderless, piuttosto li fa indossare a persone inaspettate creando dissonanza rispetto a quello che siamo abituati a vedere, spiega Hari.
Questo messaggio si ritrova anche nella canzone “Therefore I Am” di Billie Eilish che fa da sottofondo nel primo episodio. Billie canta “You think that you’re the man, I think therefore I am," rinforzando il messaggio di Preciado in quanto sentirsi uomo non è nulla in confronto a essere noi stessi.
Photo by Gus Van Sant - Courtesy Gucci
- L’arte
Infinite forme d’arte sono presenti in OUVERTURE, a partire dalla moda, alla danza nel terzo episodio e nella letteratura con Florence Welch che, nel sesto, scrive versi di poesia su dei foglietti che fa scivolare nelle tasche degli altri clienti del vintage shop.
Nell’episodio numero tre, “At The Post Office”, l’arte diventa l’oggetto di una riflessione al telefono tra il celebre critico d’arte Achille Bonito Oliva e il cantante Harry Styles.
Ma anche l’atto di una collezione attraverso una mini-serie è arte stessa, soprattutto se diretta con l’aiuto di Gus Van Sant, maestro del mestiere. Dal secondo episodio in poi ci sono sempre dei dialoghi tra i personaggi ma non sono conversazioni lineari, piuttosto sembra che i personaggi stiano portando avanti conversazioni parallele, creando poesie sul momento, come si nota nell’ultimo episodio, “A Nightly Walk”. Silvia citofona a Lu Han, cantante e attore, e gli si dichiara con versi d’amore rivolti a “Pink”. Lu le risponde “Il tuo corpo è come una perla.” Durante questo lungo scambio di versi poetici vediamo che Lu e Silvia indossano un singolo orecchino dello stesso paio a forma di croce con monogramma GG, Lu a sinistra e Silvia a destra, legandoli seppur lontani.
Photo by Gus Van Sant - Courtesy Gucci
- Il Tempo
La nozione di tempo è molto importante in tutta la mini-serie e lo si capisce dalle rivisitazioni della prima collezione disegnata da Michele per Gucci presentata già cinque anni fa. I capi della FW15 sono sia una celebrazione del lavoro di Michele per la maison, come notiamo nell’episodio “At the Vintage Shop” dove sono esposti ovunque, ma anche un promemoria al fatto che la visione di Michele è sempre stata collegata e unisona anche se mutabile.
Contemporaneamente a questa chiarezza temporale artistica, il tempo vero e proprio in OUVERTURE non esiste. Quando Silvia entra nel bagno del bar e ne esce ritrovandosi su di un palcoscenico, quando osserva i suoi vicini dalla finestra mentre loro annaffiano piante, leggono poesie o dipingono in “The Neighbours”, quando, nell’ultimo episodio, Silvia raccoglie un volantino per strada mentre cammina e di colpo si ritrova di nuovo su di un palco – tutto è un’illusione. Il tempo non esiste, è malleabile. Il volantino che Silvia raccoglie recita le parole di “In A Manner Of Speaking" dei Tuxedomoon: “In a manner of speaking, I just want to say, That I could never forget the way, You told me everything, By saying nothing.” Ed è quello che Michele e Van Sant hanno creato e comunicato, il tutto e il niente assieme in perfetta armonia.
Photo by Paige Powell - Courtesy Gucci
- I 15 designer
Ma “Ouverture of Something that Never Ended” non è il solo film di questo GucciFest. All’interno dei questa inusuale rassegna di corti troviamo 15 fashion film che celebrano le creazioni di altrettanti giovani stilisti indipendenti: Ahluwalia, Shanel Campbell, Stefan Cooke, Cormio, Charles De Vilmorin, JordanLuca, Mowalola, Yueqi Qi, Rave Review, Gui Rosa, Rui, Bianca Saunders, Collina Strada, Boramy Viguier e Gareth Wrighton.
Ogni designer ha la sua storia e un’impronta riconoscibilissima. Per esempio i capi menswear di Ahluwalia sono innovativi e uniscono le radici nigeriane e indiane dell’omonima stilista con la nostalgia per la sua infanzia degli anni ’90 passata a Londra.
Invece Rui, fondato dalla stilista Cinese Rui Zhou, si concentra sull’armonia tra pelle e tessuto, rivelando e mettendo in primo piano il corpo con forme morbide che lo abbracciano.
Gui Rosa, d’altro canto, riflette le sue esperienze di vita liberale in Portogallo e l’eccentricità e caos della pop-culture nei suoi design. E poi molti altri, tutti degni di nota.
Per scoprire tutti i fashion film e guardare tutti gli episodi di OUVERTURE of Something that Never Ended, non vi resta che andare sulla pagina dedicata: guccifest.com